Ricaricare ai Supercharger di Tesla non sarà più gratuito, è infatti arrivata la conferma dei sospetti di cui avevamo riferito in base a certi indizi assai concreti.
Per chi già possiede una Tesla (e per chi ne ordinerà una entro fine anno, purchè la consegna avvenga entro fine marzo 2017) non cambia nulla, ma per gli altri prossimi clienti svanisce purtroppo una delle promesse più affascinanti dell’offerta commerciale: quella di poter “fare il pieno gratis” a vita.
Dal 2017 Tesla “regalerà” solo 2.000 km di ricarica gratis
Tesla ha infatti ufficialmente annunciato la fine del Supercharging illimitato gratuito, sostituito da un “Supercharging credit program” che inizierà l’anno prossimo. Non tutti i dettagli sono noti, ma si sa che dal 1 gennaio 2017, con gli ordini di nuove Tesla sarà dato un credito gratuito di 400 kWh all’anno (che per la Model S equivale a 4-7 “pieni” a seconda della batteria della propria vettura, pari grosso modo a 2000 km di percorrenza gratis all’anno). Dopodichè, per i successivi rifornimenti Supercharge sarà addebitata una “piccola” tariffa.
Il costruttore giustifica questa scelta presentandola come un modo per poter reinvestire nello sviluppo della rete, che ne risulterà accelerato, così da offrire a tutti i clienti la migliore possibile esperienza Supercharging.
Tesla assicura comunque di non puntare a guadagnare dalla propria rete Supercharger: ha affermato che la rete non costituirà mai, per l’azienda, un centro di profitto.
Decongestionare i Tesla Supercharger affollati
Un altro problema che potrebbe aver spinto Tesla a questa mossa è l’affollamento che spesso si registra alle stazioni Supercharger, specie laddove società specializzate in fleet management gestiscono numerosi veicoli Tesla. Il passaggio a un modello di costo meno generoso potrebbe spingere questi soggetti a cercare delle alternative diverse per la ricarica delle proprie auto, decongestionando la rete. Questo approccio sembrerebbe anche confermato dalla recente notizia secondo cui Tesla starebbe vendendo una delle proprie più grandi stazioni Supercharger (con ben 12 postazioni di ricarica rapida) a una società di taxi di Montreal che sta allestendo una flotta di soli veicoli Model S.
Più in generale, sembra logica la considerazione che Tesla si sta semplicemente preparando al lancio della Model 3: il numero delle sue auto in circolazione avrà una crescita improvvisa, che sarebbe impraticabile accompagnare con una altrettanto improvvisa crescita parallela della rete Supercharger. In più è ragionevole assumere che sulle Model 3 i margini di profitto saranno più esigui che sulla Model S, lasciando insufficiente spazio per finanziare la politica del rifornimento gratis per sempre e per tutti. Come già fatto capire in altre occasioni, Tesla sta incanalando le risorse ottenute dalla vendita di modelli di alta gamma a facoltosi clienti “early adopter” per finanziare dapprima lo sviluppo di una diffusa infrastruttura di ricarica veloce e capillare, necessaria perchè la mobilità elettrica abbia successo, e poi lo sviluppo di un modello più di massa (la Model 3), che di quella rete avrà bisogno per poter affrontare viaggi a lunga distanza, ma che non potrà essere sussidiata in eterno per ragioni di costo.
Una mossa prevedibile quindi, chiaramente parte di una strategia di lungo termine basata su considerazioni di business logiche e solide, che potrà deludere qualcuno ma che renderà sostenibile lo sviluppo di Tesla come azienda e credibile la visione della mobilità elettrica in generale.
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