Attivo ad Arese il secondo Tesla Supercharger V3. E nei 4 destination charger ricariche gratis per tutti (per ora)

8 Supercharger da 250 kW per chi ha fretta e 4 Destination Charger da 11 kW che permettono di fare un giro al Centro Commerciale

0
Tesla supercharger Arese

Gli impianti (8 stalli V3 da 250 kW DC massimi, accompagnati da 4 Destination Charger con i quali la ricarica AC al momento viene regalata) erano allestiti da tempo, in uno parcheggi destinato agli operai e impiegati dell’Alfa Romeo di Arese (Mi), quasi una sorta di passaggio di consegne in un epoca rivoluzionaria per la mobilità. Il tutto a distanza di una passeggiata da uno dei centri Commerciali più grandi d’Europa, Il Centro.

Siamo passati durante la #greenweek con Tesla ModelX trovandole transennate. Aspettavano solo le autorizzazioni e l’installazione delle videocamere di sorveglianza. Che ora evidentemente sono arrivate dato che ieri, 17 dicembre, l’impianto è stato aperto ufficialmente.

Oltre agli 8 stalli V3 già attivi ci sono piazzole pronte per una possibile futura espansione dell’impianto. Sulla destra è presente una corsia equipaggiata con dei Destination Charger ai quali la ricarica (AC a 11 kW) è offerta gratis.

Si tratta del secondo impianto in tecnologia V3 presente su territorio italiano, dopo quello di Forlì di cui abbiamo già parlato. Piazzato a breve distanza sia dal grande centro commerciale sia dall’ingresso nell’autostrada Milano-Laghi, è in posizione strategica e con spazi già infrastrutturati per una possibile futura crescita.

L’importanza di avere impianti ad alta potenza sulle strade

E dopo averci caricato la macchina ci si convince, una volta di più, che quella delle colonnine DC ad alta potenza è una strada da seguire. La percentuale di carica e i km di autonomia continuano a salire a una velocità molto superiore a quella delle colonnine cosiddette fast DC da 43-50 kW e anche da quella delle più diffuse AC da 22 kW. Anche se in fondo si tratta solo di una differenza quantitativa, nelle potenze e nei tempi, di fatto è una differenza abbastanza grande da dare una sensazione di vivere una esperienza anche qualitativamente diversa.

Per rendersi conto appieno della velocità di ricarica di un V3 occorre presentarsi con una Model 3, che deve essere Long Range o Performance e con batteria quasi completamente scarica. Infatti la Model 3 è per ora l’unico modello Tesla commercializzato in Italia – in attesa della cugina Model Y – a poter tecnicamente sfruttare per intero i 250 kW, anche se solo con battery pack da 75 kWh, e comunque la potenza di ricarica massima si può assorbire solo quando la batteria ha la massima “fame” di energia.

Quando è possibile arrivare a 250 kW ai nuovi Supercharger

Allora, come già documentato con il V3 di Forlì, almeno per i primissimi minuti in cui la vettura riuscirà ad assorbire davvero 250 kW si avrà l’ebbrezza di leggere sul display qualcosa come “1600 km/h” (nel senso che l’autonomia cresce a un ritmo di 1600 km riguadagnati ogni ora di collegamento alla colonnina.. sono oltre 26 km per minuto di ricarica, 1 km ogni 2 secondi o poco più).

Immagine di repertorio dal test eseguito al Supercharger V3 di Forlì. La vettura, che era in carica già da qualche minuto, qui stava assorbendo 251 kW, corrispondenti a 1646 km di autonomia guadagnata ogni ora di ricarica (anche se in realtà può reggere questo ritmo solo per pochi minuti all’inizio e con batteria molto scarica)

Poi la potenza assorbita comincerà un inevitabile ma graduale calo, fino a scendere a livelli simili a quelli di un Supercharger V2, ma attenzione: gli impianti V3 oltre alla potenza di punta più alta hanno anche un diverso dimensionamento e collegamento del complesso di inverter a cui le colonnine fanno capo; mentre nei V2 le colonnine sono accoppiate e condividono 150 kW, con il V3 ogni colonnina ha la possibilità di erogare 250 kW indipendentemente da quel che sta accadendo alle colonnine vicine.

In soldoni: se la stazione di ricarica è affollata, il V3 può andare a velocità doppia del V2 anche quando la batteria, già parzialmente carica, è in grado di assorbire “solo” 150 kW, perché l’impianto rimane comunque in grado di erogarli per intero a ogni vettura collegata, a differenza di un impianto V2 affollato in cui mediamente ogni auto può contare su metà di quella potenza. Naturalmente le auto non cominciano mai a caricarsi esattamente insieme, quindi gli impianti V2 facevano intelligentemente affidamento sul fatto che fosse improbabile che due auto connesse alle colonnine di una stessa coppia avessero entrambe la possibilità di assorbire 150 kW nello stesso momento. È comunque uno scenario che può capitare, ma che con il V3 è stato strutturalmente superato.

Test di ricarica batteria 20%-80% al Supercharger V3

Anche se, in termini di velocità, il massimo beneficio della tecnologia V3 si ha solo nelle fasi iniziali della ricarica di una batteria molto scarica, nella pratica è raro aspettare di avere solo pochi km di autonomia residua prima di andare a ricaricare (cosa che, per chi fosse interessato, abbiamo comunque testato con il primo Supercharger V3 italiano, quello di Forlì).

Lo scenario più comune, che è anche quello spesso preso a riferimento da molte Case per dare un’idea del tempo di ricarica tipico, è quello di arrivare all’impianto con batteria scarica (ma non eccessivamente), e di ricaricare finché il calo della potenza assorbita dalla batteria non diventa così marcato da prolungare troppo il tempo per guadagnare pochi punti percentuali. In pratica, una carica dal 20% all’80% di SoC. E’ il test che abbiamo scelto per il nuovo impianto V3 inaugurato ad Arese in una sera con, è importante ricordarlo, 8°C di temperatura ambientale, con una Model 3 Long Range. Facciamo parlare immagini e grafici…

Con batteria al 20% (condizioni iniziali) la vettura assorbe quasi 170 kW. La potenza assorbita si mantiene sopra i 100 kW fino al 35% di SoC e sopra gli 80 kW circa fino al 65% di SoC. Successivamente inizia un calo più marcato, anche se arrivati all’80% di SoC, termine della nostra prova, si assorbono ancora 53 kW.
Il grafico della potenza assorbita rispetto al tempo trascorso da inizio test mostra che bastano 28 minuti per arrivare all’80%, ma se ci si accontenta del 50% (che sulla Model 3 LR rappresentano oltre 230 km di autonomia) bastano 12 minuti. Ogni puntino corrisponde al momento in cui il SoC è cresciuto di un 5%. I punti si diradano verso la destra del grafico dal momento che la potenza assorbita si riduce e quindi il tempo necessario per guadagnare un altro 5% è sempre più lungo.
La ricarica 20%-80% procede con rapidità e regolarità. Il grafico comincia a flettere in modo avvertibile dopo aver raggiunto il 50%. In questo intervallo di valori di SoC, si guadagna un 5% di SoC ogni 2-3 minuti circa.

I 4 destination charger gratuiti per tutti

Il Centro che ospita l’ipermercato Iper La Grande i è già fornito di alcuni stalli di ricarica AC gratuiti con velocità che variano da 22 a 11 kW. A questi si aggiungono dunque quattro Destination Charger Tesla aperti a tutte le auto elettriche, con velocità da 11 kW e (almeno per ora) gratuiti.

Li abbiamo testati con la nostra Zoe, che abbiamo portato con una batteria carica a circa il 49% con un tempo di completamento stimato in 2 ore e 20. E alla fine, fa una certa impressione vedere una Renault che si carica da una colonnina marchiata Tesla 😉


Questa mailing list usa Mailchimp. Iscrivendoti ad una o più liste, contestualmente dichiari di aderire ai suoi principi di privacy e ai termini d'uso.

In ottemperanza al Gdpr, Regolamento UE 2016/675 sui dati personali, ti garantiamo che i tuoi dati saranno usati esclusivamente per l’invio di newsletter e inviti alle nostre attività e non verranno condivisi con terze parti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here