Ricarica rapida in continua: si riaccende la battaglia degli standard?

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Giappone e Tesla hanno ancora da dire la loro su connettori e sistemi di ricarica ad alto amperaggio in corrente continua.

Anche se l’Europa ha finalmente approvato, lo scorso gennaio, un proprio standard multimodo per il connettore unificato di ricarica per veicoli elettrici, il Giappone non intende rassegnarsi a recepire raccomandazioni che arrivano dal Vecchio continente. In particolare non c’è la minima intenzione di abbandonare lo standard CHAdeMO, il quale – bisogna riconoscerlo – è a tutt’oggi il più diffuso standard per la ricarica rapida in corrente continua e l’unico già installato in gran numero di esemplari in una qualunque area geografica. Non solo, ma per il fatto di esistere da un tempo non breve, è adottato da diverse Case automobilistiche nonchè ovviamente da diversi produttori di infrastrutture di ricarica.

Dal canto suo, perfino Tesla ha sviluppato un proprio standard e lo difende: con il suo obiettivo di mantenersi in vantaggio rispetto alla concorrenza per quanto riguarda autonomia e velocità di ricarica (20 minuti di carica per 3 ore di viaggio!), il costruttore americano non ha trovato sistemi di ricarica capaci di garantire l’amperaggio necessario e ne ha quindi sviluppato uno proprio (implementato anche nelle speciali aree di ricarica Supercharger, sempre di Tesla, che hanno iniziando a sorgere lungo alcuni itinerari autostradali Usa, a partire dagli stati atlantici, e che presto si vedranno anche in Europa secondo quanto dichiarato dallo stesso Musk al Salone di Ginevra).

Come noto esiste poi il connettore SAE J1772 in versione combinata AC/DC. E naturalmente quello europeo, derivato dal tedesco Mennekes, di cui abbiamo già parlato.

Un limite del CHAdeMO è la sua potenza di ricarica non al top – 62.5 kW (125A su 500V) contro i 120 kW di Tesla Supercharger. Dal canto suo, il SAE J1772 combo può raggiungere i 100 kW (500V e 200A).

Tuttavia, secondo CHAdeMO, la maggior parte dei gestori di rete elettrica nel mondo concorderebbero nel ritenere ragionevole assestare sui 50 kW il livello massimo a cui tendere per quanto riguarda la potenza erogabile da parte di una colonnina di ricarica. Se davvero così fosse, l’attuale standard CHAdeMO, con il suo limite di 62,5 kW, sarebbe adeguato. Per il lungo termine il consorzio ammette che probabilmente l’evoluzione tecnologica di batterie e caricatori permetterà di salire a 100 kW ma quando ciò accadrà, lo standard CHAdeMO potrà adeguarsi senza stravolgimenti alla sua geometria (potrebbero rendersi necessarie modifiche al materiale di conduttori e isolatori).

Un altro aspetto spesso criticato del connettore CHAdeMO standard riguarda la sua scarsa praticità, a causa delle dimensioni non indifferenti, di un aspetto goffo e spigoloso e di un sistema di fissaggio scomodo. A questo stanno lavorando aziende come Sumitomo e Yazaki, che hanno realizzato speciali connettori conformi alle specifiche CHAdeMO ma decisamente più pratici da usare e di aspetto più gradevole.

Vedremo se il lavoro degli aderenti al consorzio CHAdeMO e il forte appoggio di Nissan basteranno ad estendere la vita e il successo commerciale di questo standard, non solo in Giappone ma anche all’estero.

 


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