Seguendo l’esempio di Tesla che ne ha fatto quasi la norma, ormai la tendenza nel campo delle auto elettriche sembra diventata quella di rilasciare aggiornamenti software che correggono malfunzionamenti o migliorano prestazioni o caratteristiche della vettura. Tutti esempi già sperimentati sulla Model 3, in cui semplici aggiornamenti software rilasciati over-the-air senza neanche che ci sia stato bisogno di un passaggio in officina hanno, fra le altre cose,
- risolto un problema ai freni che rischiava di costare un downgrade da parte di una associazione americana;
- migliorato l’accelerazione di alcuni decimi di secondo;
- aggiunto nuove funzioni all’infotainment;
- aggiunto alcuni km all’autonomia della vettura
Jaguar aggiunge 20 km di autonomia su iPace
Rientra in quest’ultimo caso quello che ha fatto Jaguar per la sua iPace: ottimizzando le logiche applicate nella distribuzione di coppia fra avantreno e retrotreno, nella frenata rigenerativa e nella gestione termica e ventilazione, e rendendo gli algoritmi che stimano l’autonomia residua capaci di imparare a tener conto dello stile di guida del pilota, si sarebbero ottenuti 20 km di autonomia in più, in condizioni di guida reali. Una differenza rispetto all’approccio Tesla è però che l’aggiornamento non viene rilasciato over-the-air, ma va installato recandosi in concessionaria.
Audi ottimizza il consumo di energia per la eTron e guadagna 25 km
E prima ancora era stato il turno di Audi che sulla eTron ha ottimizzato il consumo di energia riducendo da software lo strisciamento delle pastiglie sui dischi freno, e spostando, in condizioni di guida non estreme, il grosso del lavoro meccanico sul motore posteriore (asincrono ad alta efficienza), facendo intervenire quello anteriore solo quando serve più potenza. Il guadagno è stato in questo caso di 25 km di autonomia.
Ma queste variazioni incidono sul libretto dell’auto?
Sicuramente il fatto che la vettura venga continuamente attualizzata durante la sua vita è interessante per mantenerne alto il valore. Ci chiediamo però se, quando gli aggiornamenti comportano una variazione di potenza, a qualche solerte funzionario della Motorizzazione Civile non verrà in mente di obbligare i proprietari a ri-omologare l’auto, dato che è variato un dato fondamentale riportato sul libretto, o all’ACI e alle assicurazioni non verrà in mente di richiedere un aumento del bollo (dopo gli anni di esenzione) o dell’importo polizza, se calcolati sulla potenza. Speriamo che una volta tanto il legislatore non insegua pateticamente la realtà ma riesca a prevederla adattando in modo proattivo e intelligente le norme al progresso tecnico.