La posizione di Tesla sull’incendio della Model S

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Elon Musk, Ceo e fondatore della società, interviene sull’episodio: “E’ più sicura una vettura con le batterie che una che contiene un serbatoio di liquido infiammabile”

Abbiamo parlato settimana scorsa dell‘incendio occorso a una Tesla Model S, che ha suscitato tanto clamore, ora riportiamo la posizione di Tesla e del suo Ceo Elon Musk.

Secondo la Casa, la Model S coinvolta nell’incidente stava viaggiando a velocità autostradale quando ha urtato un grosso oggetto metallico che ha causato danni significativi al veicolo. In particolare è stato ritrovato un elemento curvo, probabilmente caduto da un rimorchio, e si ritiene che si tratti proprio dell’oggetto incriminato. 

A causa della sua forma, l’oggetto ha fatto leva al di sotto della vettura, praticando un foro di circa 7 cm sulla piastra rinforzata, spessa più di mezzo centimetro, che protegge inferiormente il pianale e soprattutto le batterie.

Tesla fa osservare che il guidatore ha potuto comunque uscire dall’autostrada come da indicazioni ricevute dal sistema informativo di bordo, fermandosi e lasciando il veicolo incolume. Successivamente si è innescato un incendio nella sezione più anteriore delle sedici di cui si compone la batteria. L’incendio non si è propagato alle altre sezioni della batteria grazie alla sua costruzione “a compartimenti stagni”. Il sistema di ventilazione del pacco batterie ha inoltre diretto le fiamme verso il piano stradale allontanandole dal veicolo.

Al loro arrivo i vigili del fuoco hanno seguito una procedura standard, consistente nel forare il coperchio superiore e riversare acqua. Tesla fa notare che per la Model S, con la sua batteria al Litio, è corretto applicare acqua, ma non forare la paratia metallica, in quanto ciò ha consentito alle fiamme di propagarsi verso l’alto e in direzione del cofano anteriore. Comunque la successiva combinazione di acqua ed estintore chimico a secco ha poi avuto ragione dell’incendio.

Nel comunicato Musk sottolinea che mai le fiamme sono entrate nell’abitacolo, e che se lo stesso tipo di incidente fosse capitato a un’auto termica il risultato avrebbe potuto essere decisamente peggiore, dato che solitamente in queste auto il pianale ha solo una sottile lamiera di protezione che lascia relativamente esposte al rischio le tubazioni della benzina e lo stesso serbatoio.

La quantità di energia rilasciabile dal pacco batterie in caso d’incendio, osserva ancora Tesla, è un decimo dell’energia contenuta nella benzina del serbatoio di un’auto equivalente. Inoltre la batteria è compartimentata in 16 sezioni isolate. Pertanto, è la conclusione, il potenziale d’incendio è appena l’1% circa di quello di un’auto a benzina.

La Casa osserva infine che secondo le statistiche USA, 150mila auto all’anno sono interessate da incendio, rispetto a una percorrenza media di circa 5 miliardi di km/anno del parco circolante, pari a una media di 1 auto incendiata ogni 30 milioni di km percorsi circa. Nel caso della Tesla questa media è di 1 auto incendiata ogni 160 milioni di km percorsi, un rapporto 5 volte più favorevole. Musk conclude che non c’è il minimo dubbio che dal punto di vista del rischio d’incendio è più sicuro alimentare un’auto con una batteria che con un grosso serbatorio di liquidi infiammabili.


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