Facciamo due conti in base ai limiti previsti per gli standard Euro 5+ ed Euro 6 in via di definizione, i risultati sono sconcertanti
Gli standard europei per la limitazione delle emissioni inquinanti dei veicoli sono caratterizzati da una severità crescente per tutti i parametri principali e questo vale anche per il famigerato particolato, che affligge soprattutto i diesel, ma che come i lettori di Greenstart sanno, è diventato un problema anche per i motori a benzina, ora che utilizzano l’iniezione diretta.
Non a caso, si prevede di applicare anche ai motori a benzina gli stessi limiti (solo quelli in termini di massa) alle emissioni di particolato riguardanti i diesel.
Per i diesel la lotta è stata dura: lo standard Euro 1, nel 1992, poneva un limite di 180 milligrammi/km di particolato. Quattro anni dopo usciva la Euro 2, che riduceva il limite a 80 mg/km. Nuovo taglio nel 2000, con Euro 3, che abbassa l’asticella a 50 mg/km. Euro 4 dà un altro giro di vite nel 2005, portando la soglia a 25 mg/km. Ma il vero salto si ha con Euro 5 e 6, che hanno ulteriormente ridotto di 5 volte il massimo tollerato: solo 5 mg/km.
Tutto bene dunque? Non proprio. E’ vero che le quantità, in termini di massa totale emessa, sono minime, ma se le polveri sono fini il numero di granuli può ugualmente essere alto, e data la dimensione veramente minuscola, il pericolo di infiltrazione negli alveoli polmonari è maggiore.
In generale, più fini le polveri, più profondamente riescono a penetrare nel tratto respiratorio, più pericoloso è quindi l’effetto delle eventuali sostanze tossiche trasportate dai granuli di particolato in quanto possono venire rilasciate fin negli alveoli.
Viene quindi da chiedersi: quante particelle vengono emesse da un’auto conforme alle migliori normative anti inquinamento?
La normativa non aveva finora specificato limiti al numero di particelle. Per la prima volta si pensa di introdurre anche questa soglia, che dovrebbe entrare in vigore per Euro 5+ e per Euro 6, con lo stesso valore, per le auto diesel.
Secondo le notizie disponibili, il valore limite che si pensa di fissare è di 6.0 x 10E11 granuli di particolato al km.
Detto così non sembra preoccupante, ma tradotto in parole povere decisamente sì: 600 miliardi di particelle al chilometro.
Ma forse più impressionante è pensare che ciò significa 600 milioni di particelle al metro, o se si preferisce (si fa per dire), 600 mila particelle al MILLIMETRO.
Per ogni millimetro (MILLIMETRO!) di strada percorso da un’auto diesel Euro 5+ o Euro 6 (il massimo della severità normativa e il massimo della modernità nella tecnologia automobilistica mondiale per questo tipo di motori), le normative europee di prossima approvazione ritengono accettabile che vengano emessi 600 MILA granuli di particolato.
Ovviamente si tratterà di granuli piccolissimi, dato che presi tutti insieme questi 600mila corpuscoli avranno una massa di 5 nanogrammi, ma proprio per questo saranno più volatili di granuli più grossi, quindi tenderanno a restare più facilmente in sospensione in aria e se, di conseguenza, inalati, saranno capaci di infiltrarsi molto più in profondità nei polmoni.
E’ il caso di ricordare che per le auto Euro 4 o precedenti, NESSUN limite era posto al numero di particelle emesse. Immaginiamoci, oltretutto se in assenza filtro antiparticolato, quante particelle venivano emesse (e continuano a venire emesse) da vetture omologate con quegli standard.
Preoccupati? Per consolarvi potete pensare che negli Usa si era discusso di un limite di 3 x 10E12 particelle/miglio, ossia circa 1.86 x 10E12 particelle/chilometro, quindi circa 3 VOLTE PIU’ PERMISSIVO del limite sopra discusso che si sta per introdurre in Europa e che a sua volta non appare particolarmente rassicurante.
Eppure anche così, la decisione in Usa, alla fine, è stata di rinunciare ad introdurre quel limite!