Graphenano è un’azienda spagnola che sta facendo ricerca su un materiale, il grafene, con il quale promette 800 km di autonomia per le auto elettriche, sviluppando una batteria del peso di 100 kg ricaricabile nel giro di 5 minuti (con una colonnina… all’altezza), 1.000 Wh/kg di densità energetica e un voltaggio di 2,3 V.
Alcune fonti menzionano anche una vita utile quattro volte più lunga e un costo inferiore del 77% rispetto a quelle al litio. Test condotti dal produttore avrebbero inoltre dimostrato che anche dopo essere stata cortocircuitata, la batteria sarebbe ancora in grado di funzionare al 60% del carico.
Campioni dimostrativi sarebbero stati inviati in valutazione ad alcuni produttori tedeschi di auto. Test indipendenti di Dekra e del TÜV dimostrerebbero che le nuove batterie di Graphenano sono sicure e non intrinsecamente suscettibili di esplodere (a differenza di quelle al litio).
Chi è Graphenano
Numeri e proprietà estremamente interessanti quelli dichiarati da Grapenano, azienda spagnola con sede a Yecla e (dal prossimo ottobre) una prima fabbrica in grado di produrre 80 milioni di celle su 20 linee parallele.
Graphenano è partecipata per il 10% da una società cinese, Chint, che oltre ad aver investito 18 milioni di euro per questa quota, finanzierà con 350 milioni di euro la costruzione di una seconda fabbrica.
L’azienda si aspetta di salire da 200 a 5.000 dipendenti e di raggiungere entro il 2019 i 3 miliardi di euro di fatturato, producendo batterie per applicazioni non solo automotive, ma anche residenziali e aeronautiche.
Della produzione e commercializzazione delle batterie al grafene si incaricherebbe, specificamente, una sussidiaria di Graphenano, Grabat Energy.
Le prime batterie di Graphenano
I primi prodotti previsti sono una batteria da 500 Wh/kg per utilizzo residenziale (24 kWh, 48 kg, ultrapiatta – installabile anche a parete), una da quasi 1.000 Wh/kg per utilizzo su motociclette (15,1 kWh, 14,4 kg). La densità energetica dichiarata rende molto interessanti anche le prospettive nell’impiego su smartphones o droni.
È in sviluppo anche una batteria da 36 V per biciclette elettriche (poco meno di 2 kWh e un peso di 1,9 kg, per un’autonomia di 250 km). Quella per biciclette ha circa 5 volte la densità di energia di una batteria convenzionale nello stesso contesto.
Le ricerche che hanno portato alla realizzazione di queste batterie sarebbero state condotte in collaborazione con l’università di Cordoba. In rete non sono al momento reperibili informazioni esatte sulla formulazione e struttura interna delle batterie.
Cosa sappiamo di Graphenano
Nei comunicati web di Graphenano si parla sempre e solo di grafene, come se il dispositivo non contenesse altro (quasi fosse un ultracondensatore al grafene). Visto però che si parla di batteria, deve trattarsi di un dispositivo elettrochimico e quindi andrebbe chiarito se il grafene sia utilizzato per uno solo o per entrambi gli elettrodi e quale sostanza sia usata per l’elettrolita.
A quanto si evince da una pubblicazione di fine 2013 di scienziati dell’università di Cordoba e di Roma-La Sapienza, e che appaiono sufficientemente coerenti con le cifre dichiarate per il prodotto (si parla infatti di una densità energetica teorica di circa 700 Wh/kg per il catodo e di circa 375 Wh/kg per l’intera cella) pare che il grafene sia utilizzato per realizzare dei fogli ultrasottili con ruolo di anodo, e che il catodo rimanga comunque al litio-nichel-manganese.
Annuncio interessante ma si può fare di più
Di ricerche su batterie al Litio migliorate grazie all’uso del grafene in un elettrodo abbiamo già parlato: l’annuncio quindi, pur con numeri estremamente incoraggianti e importanti, non rappresenta a nostro giudizio una vera rivoluzione.
Quella sarebbe rappresentata, ad esempio, dal lancio di un ultracondensatore al grafene (non una batteria, quindi senza reazioni elettrochimiche e senza Litio) di dimensioni e caratteristiche tali da poter costituire da solo l’accumulatore di energia per un’auto elettrica e non un “collaboratore” della batteria come oggi spesso avviene.
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Mi sembrano notizie in grado di sconvolgere il futuro, in senso positivo per costi ed ambiente, per quanto concerne la locomozione e non solo. Non è che le famose “7 sorelle” ed i produttori di auto (in parte) si tengono pronti, in agguato, per bloccare il tutto con “acquisti” mirati per rinviare di 20-30 anni l’uscita di queste batterie? Ho 80 anni, e mi piacerebbe di vedere auto elettriche ed una miriade di altri prodotti di pari interesse proma di diventare cenere ( ho deciso per la cremazione) Complimenti ed auguri sinceri a tutti gli scienziati impegnati, di qualsiasi nazionalità e branca scientifica.
nel secolo delle auto eletriche ci siamo e nel giro di 20 anni ne faranno usi il 50% della popolazione, ma con pannelli fotovoltaico si potrebbe istallare sul tetto e potrebbe dare un aiuto al ricarico della batteria graphenano durande il viaggio ma anche durante le soste.
Gildo, 6 gennaio 2017
nessuno spiega quante ricariche sopportano queste batterie per questr nuove auto elettriche e quanto costa rinnovare il pacco.
Come conseguenza non posso fare il calcolo reale del costo per Km.
Sarei grato se qulcuno potesse darmi questq informasione. Grazie.
esperimento nuovi sistemi, vorrei conoscere le bat litio come si comportano nel loro utilizzo grazie
marco bucar
Una tecnolgia alla portata di piccole aziende. A cui si potrebbe affiancare in alcuni casi, un tricilindrico di ridotte dimensioni e di leggera potenza. Che possono funzionare in maniera indipendente. Sarebbe affidabile ed efficace, risolve in un solo colpo molti problemi delle aree metropolitane ma non solo. Essendo di costruzione semplice, i vari stati potrebbero evitare di svenarsi per acquisti all’estero. Ci si potrebbe concentrare sulla tecnoligia delle abitazioni che è restata nel frattempo molto indietro, sia come ristrutturazione che con progettazione .
Cavicchioli Giampaolo:
cremazione a batteria?
Ancora non abbiamo capito che vorgerci verso l’utilizzo delle batterie, non è una buona soluzione. Infine creeremo maggior spazzatura che danneggerà il nostro ecosistema. Serve solo per le grandi aziende di fare più soldi proponendo queste novità e facendocele comprare. Le vere energie da vedere sono dati dall’acqua e dall’aria.
Io credo che dovremmo dotare le macchine elettriche di batterie formato Stilo AA ricaricabile.
Meglio togliere la lamina con il marchio così saranno più leggere almeno del 10%.
Poi dopo 300 ricariche fai scorta ai supermercati. la cosa è molto più semplice.
le solite bufale.
le batterie allo stato solido esistono da 60 anni vedi i programmi spaziali con densità e prestazioni molto superiori a questi cosi. Per separare la co2 dall aria esistono tanti modi per osmosi con nano materiali ceramici o la stupida sonda lambda andatevi a vedere gli smess o le pile a decadenza di bario senza scorie e radiazioni funzionanti per 300 anni sveglia-Pieluigi Ighina e due fisici di bologna- il grafene è 40anni che esiste lo usano nei cannoni ottici dei satelliti è già obsoleto esiste quello di cellulosa cristallina molto superiore. un ex fisico militare