Polestar 1: l’auto ibrida plug-in con autonomia elettrica da record

Al Salone di Ginevra 2018 Volvo presenta Polestar 1, un'auto ibrida plug-in con una batteria capiente che può percorrere fino a 100 km in elettrico

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Dopo l’esordio di fine 2017 a Shanghai, debutto europeo a Ginevra per la Polestar 1, una sportiva ibrida coupé 2+2, a 2 porte, creata da Polestar, il marchio di Volvo Cars sempre più focalizzata sulle auto elettriche, ibride e ad alte prestazioni.

Le caratteristiche della Polestar 1

La scheda tecnica della Polestar 1 parla di 600 CV e 1000 Nm. Il motore termico 2 litri 4 cilindri turbobenzina eroga 336 CV e 370 Nm ed aziona le ruote anteriori mentre una coppia di motori elettrici per complessivi 218 CV e 480 Nm lavora al retrotreno.

Fin qui uno schema ibrido parallelo a trazione integrale con separazione cinematica delle due propulsioni simile a quello di alcuni modelli ibridi PSA come la DS5 Hybrid 4 o la 508 RXH, modelli che tuttavia al retrotreno hanno un singolo motore elettrico.

Vi è poi un terzo motore elettrico con funzione di avviatore/generatore, con la non trascurabile potenza di 46 CV e coppia di 150 Nm (con valori simili, questo terzo motore basterebbe e avanzerebbe da solo a qualificare una vettura come mild hybrid).

Batteria da 34 kWh per una autonomia reale in elettrico intorno ai 100 km

La batteria ha una capacità di 34 kWh. L’autonomia in modalità elettrica dovrebbe raggiungere i 150 km; secondo la Casa si tratta del valore più elevato nel campo delle ibride.

Questi valori implicano un consumo di 226 Wh/km, insolitamente elevato per un’auto elettrica o ibrida capace di marciare in elettrico (il valore tipico si aggira sui 140-150 Wh/km: solo poche altre auto, come le Tesla o la nuova Jaguar I-Pace, si collocano su livelli superiori ai 200 Wh/km).

Dunque o la vettura ha una elevata resistenza all’avanzamento, o Polestar ha voluto essere prudente (o onesta, o entrambe le cose insieme) nel dichiarare il valore di autonomia, anche se stranamente è stato ancora calcolato secondo il patetico ciclo NEDC.

Gli interni della Polestar 1

Va anche considerato che Polestar, nonostante il capitale cinese, viene dal grande Nord, dove il riscaldamento non è un optional ma una necessità (e non solo per i passeggeri: in alcune località della Scandinavia esistono addirittura prese di corrente nei parcheggi per alimentare riscaldatori del motore durante la sosta), e sappiamo che su un’auto elettrica accendere il riscaldamento significa rinunciare a chilometri di autonomia.

Arrivare lontano, ma battendo i denti per il freddo, non è desiderabile; è corretto quindi incorporare nella stima di consumi gli effetti di un robusto utilizzo del riscaldamento.

Interesse da oltre 6000 potenziali clienti, caparra da 2500 euro

Thomas Ingenlath, chief executive Polestar
Photo: Andreas Hillergren / Polestar

Polestar dichiara di aver già raccolto manifestazioni d’interesse per il nuovo modello da oltre 6.000 potenziali clienti. Gli ordini veri e propri saranno aperti non solo nei Paesi inizialmente annunciati (Cina, USA, Svezia, Germania, Norvegia e Paesi Bassi) ma anche in ulteriori 12 Paesi, fra cui l’Italia, dal giorno 13 marzo; sarà richiesta una caparra rimborsabile di 2500 euro. Con una produzione dovrebbe attestarsi sul livello di 500 esemplari all’anno sembra inevitabile che le attese si protrarranno non poco.


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