Fensfeltet, terre rare in Norvegia: ma le vedremo prima del 2030?

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Un anello magnetico in un,aurora boreale in scena sopra un vulcano (Midjourney).

Le necessità di terre rare per la transizione elettrica potrebbe essere in gran parte soddisfatta direttamente nel Vecchio Continente, anche se non nell’Unione Europea. Gli scavi in Norvegia hanno infatti confermato la presenza di preziose materie prime nel Fensfeltet, 100km a sud-ovest di Oslo. Lo sfruttamento industriale dovrebbe partire nel 2030 e coprire il 10% della richiesta, ma è prevedibile che si cercherà di ottenere risultati tangibili anche prima.

Le materie prime sono contenute in rocce dette carbonatiti e rauhaugiti (termine in disuso).

La dolomite rauhaugite, ormai detta carbonatite (Courtesy: REN)
La dolomite rauhaugite, ormai detta carbonatite (Courtesy: REN)

Dopo tre anni di approfondite indagini, infatti, la società mineraria norvegese Rare Earths Norvegia (Ren) ne ha stimate le risorse minerarie, stabilendo che il Fen Carbonatite Complex (Fcc) ospita il più grande deposito di elementi di terre rare dell’Europa continentale.

La prima stima, fornita dalla società di consulenza WSP,  mostra che iFcc ospita il più grande deposito di REE nell’Europa continentale valutato fino ad oggi. La stima attuale copre gran parte dell’area del progetto (circa 3 km di diametro) per profondità delle risorse minerarie fino a 468 m sotto il livello medio del mare. 

La mineralizzazione è però aperta fino a circa 1.000 metri sul livello del mare, per cui nuovi metodi di estrazione aumenteranno la stima delle risorse. 

I commenti della Ren

La risorsa è segnalata secondo il codice Jorc 2012, per cui sono stati applicati diversi vincoli per determinare le parti di un’eventuale estrazione economica per metodo, parametri metallurgici, parametri di lavorazione, costi di produzione e prezzi di vendita.

La prima valutazione parla di 559 Mt (milioni di tonnellate), con ossidi totali di terre rare (Treo) per l’1,57%, ovvero 8,8 Mt. In particolare sono interessanti le stime dei materiali neodimio e praseodimio, che si stima siano 1,5 Mt: l’UE considera questi metalli le materie prime più critiche quando si considera il rischio di approvvigionamento.

Carotaggi delle rocce del Fensfeltet (Courtesy: REN)
Carotaggi delle rocce del Fensfeltet (Courtesy: REN)

Cosa sono le terre rare?

Le terre rare sono 17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi chimici, con colori che variano dal grigio all’argento. Includono lo scandio (Sc) e l’ittrio (Y ), più l’intera serie dei lantanidi, gli elementi chimici dal numero atomico dal 57 al 71. Nell’ordine: lantanio (La), cerio (Ce), praseodimio (Pr), neodimio (Nd), promezio (Pm), samario (Sm), europio (Eu), gadolinio (Gd), terbio (Tb), disprosio (Dy), olmio (Ho), erbio (Er), tulio (Tm), itterbio (Yb), lutezio (Lu).

Le loro eccellenti proprietà elettriche e magnetiche li rendono fondamentali per un certo numero di dispositivi ad alte lrestazioni nei mondi militari, elettrici ed elettronici.

Ossidi e nitrati di Neodimio e Praseodimio (Courtesy: REN)
Ossidi e nitrati di Neodimio e Praseodimio (Courtesy: REN)

Prossimi passi per il progetto

Ren continuerà il lavoro di esplorazione a Fen, con una nuova campagna di perforazione già programmata, con risultati previsti più avanti nel corso dell’anno. Si cercano i finanziamenti complementari per una fabbrica pilota nel comune di Nome, per provare nuove tecnologie e ottimizzare la lavorazione dei minerali. Inoltre, il progetto pilota costituirà una piattaforma educativa per la formazione e l’istruzione del futuro personale, in stretta collaborazione con le scuole locali.

L’esplorazione, lo sviluppo di nuove tecnologie e l’estrazione sperimentale dovrebbero portare a una decisione di investimento di 1 miliardo di Euro per sviluppare la prima fase dell’estrazione mineraria entro il 2030. In quell’anno, la Norvegia potrebbe quindi coprire il 10% della domanda di terre rare, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea ai sensi della legge sulle materie prime critiche (Crma).

Questa attività di Ren è supportata da EIT RawMaterials, collegato all’EIT dell’Unione europea e all’Erma (European Raw Materials Alliance) oltre che varie istituzioni norvegesi.

Materie critiche italiane

Ricordiamo che il 20 giugno di quest’anno il Consiglio dei ministri italiano ha approvato il DL Materie prime critiche, per adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal regolamento Crma, in funzione delle transizioni digitale e green.

Il provvedimento da un lato monitorerà le catene di approvvigionamento, dall’altro incentiverà l’offerta attraverso esplorazione del territorio e semplificazione delle procedure, con un occhio alle eventuali perturbazioni di approvvigionamento.

Il programma di esplorazione nazionale delle materie prime critiche dovrà essere promosso dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) entro il 24 maggio 2025 e sottoposto a riesame quinquennale come previsto dal Critical Raw Materials Act.

Per ogni titolo relativo all’estrazione e alle autorizzazioni al riciclo di materie prime critiche strategiche è competente il Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica): le tempistiche per la durata della procedura non possono superare rispettivamente i 18 e 10 mesi. Al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) compete invece la procedura autorizzativa relativa alla trasformazione di materie prime critiche strategiche, per una durata massima di dieci mesi.

Il provvedimento introduce anche un nuovo sistema di “royalties” per le concessioni minerarie di progetti strategici, che saranno corrisposte annualmente in favore dello Stato e della Regione interessata per progetti su terraferma.


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