Il 4 giugno 2024, la BKG (Belayneh Kinde Group) ha inaugurato un nuovo impianto di assemblaggio di veicoli elettrici a Debre Birhan, in Etiopia, con un investimento di 3 miliardi di Birr (50 milioni di euro) (fonte: ENA). Il valore del Birr, la valuta etiope, si è dimezzato rispetto al valore pre-Covid, per una quotazione attuale di 1,6 centesimi di euro.
La fabbrica, definita all’avanguardia, ha una capacità produttiva annua di oltre 1.000 veicoli elettrici. La nuova fabbrica dovrebbe creare 1.000 posti di lavoro per i cittadini etiopi, riducendo la dipendenza dell’Etiopia dai veicoli importati, anzi di esportare nel più ampio mercato dell’Europa Orientale.
L’impianto di assemblaggio di veicoli di 9.000 metri quadrati è in grado di assemblare minibus, autobus costieri, autobus di lusso e camion per carichi secchi e liquidi.
Nato nel 2005, la BKG si propone l’obiettivo di diventare il principale gruppo imprenditoriale in Etiopia e tra i primi dieci esportatori di prodotti agricoli in Africa entro il 2025. La nuova attività espande i suoi obiettivi verso il rinnovamento del Paese.
Verso la leadership elettrica
La fabbrica di Debre Berhan, nella regione di Amhara, è parte di un’ambiziosa strategia per trasformare il Paese in un leader nella mobilità verde nel Continente, sottolinea Samuel Getachew su Semafor.
Secondo il sito etiope Ebc, fonti del governo etiope indicano il Perspective Development Plan decennale, per 148.000 auto elettriche e quasi 50.000 autobus elettrici entro il 2030, sarebbe già stato raggiunto in soli due anni. Altri siti citano cifre diverse.
L’anno scorso, l’Etiopia ha vietato l’importazione di auto non elettriche e ha offerto una nuova esenzione fiscale per l’importazione di auto elettriche, all’interno di un più ampio programma “verde” avviato dal Primo Ministro Abiy Ahmed.
Nella politica industriale del Paese rientra ovviamente la Grand Renaissance Dam da 5 miliardi di dollari, una diga della quale Greenstart ha già parlato. L’enorme disponibilità di energia elettrica che ne conseguirebbe richiederebbe un enorme potenziamento della rete elettrica che sarebbe essenziale per i veicoli.
La Dubai Africana?
Si tratta di sfide enormi per un Paese di antica storia, grande 4 volte l’Italia e con oltre il doppio della popolazione (oggi 129 milioni). Privo di petrolio, ma sconvolto da continui conflitti come spesso accade in Africa, nel dicembre 2023 l’Etiopia non è riuscita a pagare 33 milioni di euro di cedole del suo unico titolo di stato internazionale, a causa della crisi economica causata dalla pandemia e dalla guerra civile tra lo Stato centrale e la regione del Tigrè. Formalmente, quindi, l’Etiopia ha dovuto dichiarare default, una condizione nella quale è difficile portare avanti progetti così ampi come la nuova fabbrica, ma anche la stessa grande diga.
Gli scettici si chiedono se l’Etiopia abbia la capacità o le risorse per realizzare un progetto così ambizioso. Addis Abeba sta sfollando cittadini e sventrando quartieri per aprire la strada a grattacieli e stazioni di ricarica per veicoli elettrici, nell’ambito di uno sforzo per rendere la capitale “La Dubai dell’Africa orientale”.
Le immagini di questo articolo sono di pura fantasia e sono state create con Midjourney.