La rivoluzione nel mondo delle batterie è guidata da innovazioni significative come quelle di Northvolt nelle batterie agli ioni di sodio. Questa tecnologia, emergente e promettente, si contraddistingue per diverse caratteristiche che pongono l’Europa all’avanguardia nel settore.
Anche Northvolt sta spingendo i limiti dell’innovazione con le sue batterie agli ioni di sodio. Grazie ad un design di cella rivoluzionario e processi di fabbricazione avanzati, queste batterie sono destinate ad accelerare l’adozione dell’energy storage. I materiali impiegati sono abbondanti e a basso costo e l’impronta di carbonio è estremamente ridotta rispetto al presente delle batterie commerciali.
Update del 21/11/23: secondo il Guardian, non è ancora stato deciso il luogo in cui verranno prodotti i prototipi sviluppati finora.
Sono inoltre economicamente competitive rispetto alle batterie LFP (litio-ferro-fosfato), grazie a materiali e processi produttivi a basso costo. Si prevede che le future generazioni di queste batterie apriranno nuove possibilità per alimentare soluzioni di mobilità elettrica efficienti in termini di costi.
Energia e durata
La chimica del trasporto di carica affidato agli ioni di sodio di Northvolt combina una densità energetica di prim’ordine con un livello di sostenibilità senza rivali, il tutto a basso costo. Queste batterie dichiarano la più alta densità energetica nella sua categoria e sono prodotte senza metalli critici.
Le prestazioni restano elevate attraverso un ciclo di vita più lungo di quello dato dal litio.
Le batterie al sale per ora dichiarano hanno una densità energetica iniziale di 160 Wh/kg, inferiore ai circa 250 Wh/kg delle batterie agli ioni di litio tradizionali, ma comunque superiore rispetto ad altri prodotti simili. Su questo punto, inoltre, i tecnologi prevedono una certa facilità a migliorare il risultato.
Catodo di Prussia e anodo “biologico”
Northvolt ha innovato il design e la fabbricazione delle celle per usare nel catodo il Prussian White, un materiale prodotto da materie prime facilmente disponibili, tra cui sodio e ferro. La concorrenza usa anche ossidi di metalli di transizione stratificati al sodio (NaxTMO2) o il fosfato di vanadio.
L’anodo, unico nel suo genere rispetto alle batterie convenzionali sul mercato, è prodotto da un carbonio duro derivato da materiali biologici ovvero provenienti da risorse biologiche rinnovabili.
La lunga storia del sodio… elettrico
Il sodio nelle batterie viene impiegato da molto tempo e con svariate chimiche ed anche Greenstart se n’è occupata anche più volte. Già negli anni ‘70, d’altronde, le similitudini tra ioni di sodio e di litio avevano fatto iniziare la sperimentazione. Parlando di ioni di sodio per gli EV, la produzione di batterie è stata annunciata da diversi produttori: secondo Wikipedia, HiNa e CATL in Cina, Faradion nel Regno Unito, Tiamat in Francia (già pronte per i power tool) e Natron Energy negli Stati Uniti sono vicine alla commercializzazione delle batterie agli ioni di sodio.