Non c’è dubbio che se le auto utilizzate nelle flotte del car sharing in città fossero elettriche, i benefici sarebbero notevoli per tutti, a partire dalla qualità dell’aria che respiriamo.
Lo spunto per parlarne arriva da un’analisi più ampia sull’impatto dell’utilizzo del car sharing nelle principali città del mondo. Ma andiamo per gradi.
Quali sono i maggiori fattori inquinanti nelle città
Gas di scarico dei veicoli, ma anche i fumi delle caldaie, le fabbriche, gli inceneritori: emissioni di Pm10 e CO2 a ciclo continuo in atmosfera. E qual è uno dei principali responsabili dell’inquinamento da Pm10 nelle nostre città? Per ben un quarto, i trasporti stradali del traffico urbano.
Cosa fare, dunque, nel nostro piccolo per arginare le cause o contribuire a limitarne gli effetti? La risposta non sembra così difficile ma, si sa, non è solo una questione di cultura, forma mentis o volontà: spesso (anzi, troppo spesso) è una “questione d’affari”.
Eppure anche il business può essere rieducato. Così noi di Greenstart – che già lo scorso settembre avevamo affrontato la questione (leggi l’articolo “car2go aggiorna la flotta, riduce i prezzi, ma non elettrizza le Smart”) – vi giriamo una domanda che vuol essere anche una proposta di riflessione: quali gli effetti sulle nostre città se tutte le flotte dei car sharing fossero tutte elettriche?
car2go prova a dare una risposta
Lo spunto ci giunge dalla recente comunicazione firmata car2go, società controllata da Daimler AG e leader mondiale del car sharing a flusso libero. car2go è presente complessivamente in 29 città tra Vecchio Continente, Stati Uniti, Canada e Cina. Nelle 14 city europee sono comprese, ovviamente, le quattro italiane: Firenze, Milano, Roma e Torino.
Ebbene, Thomas Beermann, Ceo di car2go Europe GmbH, dichiara: “Se le flotte del car sharing fossero completamente composte da veicoli elettrici, l’effetto positivo sulla qualità dell’aria nei centri urbani aumenterebbe di gran lunga”. Un’affermazione che trova avallo nei dati di alcune importanti rilevazioni.
Parlano i numeri sui benefici del car sharing
A luglio 2016 l’Università di Berkely ha ufficializzato gli esiti dell’indagine “Impacts of car2go on vehicle ownership, modal shift, vehicle miles traveled, and greenhouse gas emissions”. L’analisi ha coinvolto cinque grandi città del Nord America: Calgary, San Diego, Seattle, Vancouver e Washington.
Dai dati è emerso che ogni veicolo car2go elimina ben 11 auto private dalle città. I risultati sono evidenti: il car sharing di car2go contribuisce a ridurre la congestione del traffico, a liberare spazi preziosi per i parcheggi e a migliorare, naturalmente, la qualità dell’aria.
L’avanguardia e-mobility è “sharing”
Il futuro della mobilità sostenibile nelle città è, dunque, “car sharing”? E il futuro del car sharing è elettrico? Pare proprio di sì.
L’impegno dei governi per la e-mobility è ormai in agenda: nei prossimi anni, anzi, si prevede un aumento degli incentivi in questa direzione. E car2go è sicuramente “pilota” di questa avanguardia: sua è la più grande flotta al mondo di auto elettriche adibite a car sharing, con un totale di 1.300 Smart fortwo elettriche a Stoccarda, Amsterdam e Madrid.
A proposito della capitale spagnola: si calcola che i 123 mila clienti car2go stiano facendo risparmiare alla penisola iberica un totale di 775 tonnellate di CO2 all’anno grazie alla flotta car2go 100% elettrica.
In Italia, noleggi complessivi a +17% l’anno
Ed è solo l’inizio. Il 15° Rapporto Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici), che per la prima volta quest’anno ha dedicato un intero capitolo al car sharing, rileva che nel 2020, in Europa, il numero degli utenti del servizio di condivisione di autoveicoli (dai circa 1.700.000 attuali per oltre 22 mila vetture) raggiungerà i 15 milioni, mentre le vetture coinvolte saranno 240.000.
Ad oggi, a Berlino gli utenti sono circa 250 mila, a Londra 220 mila e a Parigi 105 mila. Anche in Italia, complice il cambio di passo compiuto nell’estate 2013 con l’arrivo degli operatori privati, il fenomeno ha vissuto un vero e proprio boom.
Gli iscritti totali (tenendo conto che nel nostro Paese è più corretto parlare di “vehicle sharing”, visto che i dati aggregano le rilevazioni di car e scooter sharing insieme) ammontano a circa 650 mila unità con 11 milioni di noleggi e quasi 4.500 mezzi in flotta.
I noleggi in Italia sono cresciuti di quasi il 17% l’anno. Milano è la città in cui il servizio è più utilizzato; seguono Roma e Torino, e le positive esperienze di Firenze e Verona e un’iniziale diffusione su Bari.
Ma in Italia per l’elettrico siamo ancora indietro
Il problema nel nostro Paese, però, è che il car sharing elettrico è ancora debole: fatto salvo per il servizio di Share’ngo, Autolib su Torino, le Smart di car2go a noleggio sono ancora solo termiche e le i3 di Drive Now non sono ancora arrivate (si parla della fine di quest’anno, ormai molto vicina; leggi il nostro articolo “DriveNow, il car sharing di Bmw arriva a Milano, ed entro la fine dell’anno anche le i3”).
“L’elettrico è sicuramente nei piani di car2go a livello globale. Daimler stessa sta investendo molto in questo mercato – ci fanno sapere i portavoce del colosso tedesco – Per l’Italia, però, è ancora troppo presto e se ne parlerà non appena in ciascuna città in cui operiamo ci saranno le condizioni dal punto di vista infrastrutturale per svilupparlo”.
Giustamente. Touchè, a meno che dell’infrastruttura non se ne occupi direttamente la società, e Autolib di Bolloré insegna.
Elettrico, autonomo e connesso: il car sharing del futuro è qui
Altro punto di forza della tecnologia del car sharing è la possibilità di l’implementare l’offerta mobilità con nuovi servizi. Come insegna (ancora una volta) l’esperienza car2go, l’auto connessa e la comunicazione C2C o C2X sono già realtà nel car sharing: tutti i veicoli della flotta sono infatti collegati, visibili e accessibili in tempo reale tramite app.
E l’apertura a nuovi impieghi è già in atto: il servizio Daimler di delivery “smart ready to drop”, per esempio, ha trasformato la collocazione dell’auto in un indirizzo di consegna del pacco e il baule della vettura in una casella postale free-floating.
In più, non vanno dimenticate le prospettive della guida autonoma che – conferma Frost & Sullivan – entro il 2025 influirà in modo significativo sul car sharing: le auto potranno parcheggiarsi da sole e guidare autonomamente fino a raccogliere i clienti.
L’obiettivo: meno veicoli in strada, più efficienza
car2go ha già acquisito la conoscenza utile per sapere con precisione quando e dove si verifica la domanda di mobilità nelle città: prerequisito necessario per gestire in modo efficiente le flotte di car sharing a guida autonoma in futuro.
In questo modo i risultati positivi non ricadranno solo sugli utenti ma anche sulle città: ogni veicolo autonomo sarà utilizzato più volte, portando alla conseguente riduzione della flotta di auto a disposizione che sarà in grado di soddisfare la stessa quantità di richieste.
Elettrico, autonomo e connesso: non a caso è questo l’orizzonte del car sharing free-floating di car2go, che – come sottolinea Beermann – “sarà parte fondamentale della mobilità sostenibile nel futuro e permetterà di migliorare la qualità della vita nelle città di tutto il mondo”.