Nonostante il “mese di fine trimestre”, in cui tradizionalmente si concentrano le consegne Tesla nei mercati di esportazione, e in cui si verificano gli ormai consueti exploit, debba ancora arrivare, già in novembre i dati di due significativi mercati europei suonano la stessa musica degli ultimi tempi. Ovunque le termiche sono in calo, con plug-in e full electric in rapido aumento. In Germania i nuovi crolli a doppia cifra delle consegne per i marchi tedeschi (premium inclusi) colpiscono l’occhio.
Nello specifico, a novembre nel Regno Unito la solita Model 3 è l’elettrica più venduta, oltre a essere la terza auto più venduta in assoluto su quel mercato, fra tutte le motorizzazioni. Si noti che su quel mercato ancora non è stata lanciata la Model Y. A livello di marchi, sempre in UK, Tesla ha il 15% del sottomercato delle full electric, seguita da Volkswagen con l’8,52%, Audi con il 7.48%, poi le coreane. Sono distanziate Mercedes, Peugeot, Opel (Vauxhall in UK), BMW, Renault, Nissan (nonostante la LEAF sia prodotta in uno stabilimento inglese); marginali Skoda, Ford, Fiat e le altre.
Complessivamente, a novembre le plug-in pesano sul mercato inglese per il 28,8%. Le full electric, in particolare, arrivano a ben il 18,8%, con una sensibile accelerazione, qui trovate un confronto con il mercato italiano. Appare crescente la percezione, da parte del mercato, che le termiche siano, o stiano diventando, superate.
Tesla in Germania: +234% prima della Gigafactory di Berlino
Passiamo alla Germania, dove il marchio californiano (ormai forse dovremmo dire texano) è già fortemente dominante ancora prima che la Gigafactory Berlin inizi le “ostilità”. A novembre, mese in cui complessivamente il mercato tedesco è calato del 32% (rispetto allo stesso mese del 2020), Tesla ha incrementato le sue consegne del 234%. Le consegne di full electric in Germania sono salite del 39% raggiungendo una quota di mercato del 20,3%, ancora superiore a quella UK.
Certo in termini relativi la Norvegia, con le sue percentuali bulgare, è lontana. Considerando le dimensioni assolute dei mercati, però, sono molto più significativi un 20% in Germania o un quasi 19% in UK, specialmente considerando l’incessante crescita di queste già alte quote di mercato. Il tutto mentre Herbert Diess, con molta miopia, viene sostanzialmente relegato in una posizione debole per aver semplicemente fatto notare questi e altri fatti incontrovertibili e (i fatti in sé, non l’averli giustamente fatti notare) molto destabilizzanti.
Fiat perde “appena” il 17%, VW il 42%
A livello di marchi, a novembre -rispetto allo stesso mese del 2020- crollano in Germania le consegne di Audi (-44,9%), Volkswagen (-42,1%), Mercedes (-37,4%), BMW (-31,8%). Cala molto perfino Porsche (-10,8%), che verosimilmente contiene il calo grazie al successo della Taycan. Nella galassia VW, anche Seat (-38,8%) e Skoda (-32,9%) non brillano di certo.
Sempre in Germania, sempre a novembre, mese da dimenticare anche per Ford, che lascia sul tappeto ben il 55,3%, e Mazda, che la supera con un -59,5%. Evidentemente Mustang Mach-E e MX30 non bastano a rivitalizzare delle gamme che per il resto sono totalmente termiche o ibride. Male anche Nissan (-49,0% nonostante, o forse anche, a causa della LEAF) e Renault (-23,7%), mentre Dacia resiste con un -19% grazie probabilmente alla fortunata Spring Electric. A livello di gruppi non se la passa bene Stellantis, con Citroen a -47,5%, Peugeot a -30,9%, Opel a -28,8%; a sorpresa, invece, i suoi sottomarchi ex FCA soffrono un po’ meno, con Jeep che perde “solo” il 21%, Alfa Romeo il 20%, Fiat “appena” il 16,9%.
A salire, oltre a Tesla con il suo +234%, sono soltanto Polestar con +105.3%, Subaru con +27.2%, e in misura minore, Mini e Mitsubishi.