2021: con il 5G e lo Smart Metering la guida autonoma è più vicina

Il successo del 5G potrebbe lanciare lo smart metering e fare da volano alla rinascita dell’Europa industriale e sociale già nel 2021, quali le implicazioni sulle auto che si guidano da sole

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guida autonoma smart metering

Manca poco ormai all’avvento del 5G come tecnologia di base per la trasmissione dei dati wireless, valida anche per segnalazioni di metering di vario tipo, dall’industria alle auto connesse. Alcune proposte commerciali saranno disponibili già nel 2021, con un pieno sviluppo a partire dal 2022. 

Il 5G è essenziale anche per realizzare la guida autonoma, insieme all’edge computing. Greenstart ne ha parlato recentemente. La prima trasmette ad altissima velocità e senza ritardi, mentre la seconda abilita questa velocità elaborando i dati con server specifici posti in prossimità dei veicoli, distribuiti sul territorio come accade per gli armadi telefonici ed elettrici. È quindi inesorabile un cambiamento di prospettiva.

Frequenze 5G scelte dal machine learning

Nel 5G la complessità di allocazione delle frequenze libere nello spettro è davvero elevata. Tante frequenze usate solo per poco tempo portano ad uno spreco di risorse enorme: si pensi proprio ad una eventuale successione di misurazioni di smart metering. Inoltre spesso è opportuno cambiare le frequenze usate durante la connessione. La situazione è talmente complessa da essere impossibile per una mente umana.

Proprio per questo, negli States la Darpa ha aperto una sfida triennale per una soluzione in machine learning. Nel 2018 la finale ha assegnato il premio, di 2 milioni di dollari (più altri 0,75) al team GatorWings dell’Università della Florida.

Questo tipo di assegnazione è andato ancora più veloce del pur complesso meccanismo di attribuzione dei fondi per cui l’Università ha intascato gli 0,75 milioni di dollari ed ha preteso anche i 2 milioni, sui quali però il team ha battagliato, giungendo all’assegnazione.

Non è dato sapere dove esattamente verranno usati questi algoritmi. E’ lecito immaginare che oltre agli US anche altri blocchi si siano interessati a questa soluzione.

Smart Metering

Il fulcro dei cambiamenti in atto è il metering, ovvero la possibilità di misurare parametri importanti di fabbriche, veicoli, infrastrutture e uomini e usarli per migliorare la gestione immediata e di lungo periodo di fenomeni economici e sociali.
L’analisi di dati di qualità sul lungo periodo permette di inserire il rischio eccezionale in un contesto di manutenzione programmata, come ben sa chi si occupa di assicurazioni.

A ben vedere, oggi lo smart metering investe tutto, dalla guida autonoma su tratta obbligata (metropolitane, traghetti, treni) o su strada libera (automobili) alle smart cities, dal metering delle reti elettricità-gas-acqua alla qualità dell’aria, dall’agroalimentare agli umani.
La massa di utenti connessi, device o uomini che siano, vedrà questi servizi tra il 2022 e il 2025.

Sotto, sopra e spazio

Nell’immediato futuro serviranno grandi cambiamenti di due reti tecnologiche, dedicate a telecomunicazioni ed energia.
Nelle telecomunicazioni si agisce su tre diversi livelli: wireless, cablato e satellitare. Ai satelliti per telecomunicazioni di Starlink (Musk), OneWeb, Kuiper (Bezos) ed altri abbiamo dedicato un precedente articolo. Le latenze di questi sistemi li rendono ovviamente meno rilevanti per la guida autonoma in sé, ma fanno parte del puzzle dell’innovazione.

Per quanto riguarda il wireless la tecnologia centrale è oggi il 5G, nel cui nome sono state fatte guerre commerciali a blocchi contrapposti, soprattutto tra Stati Uniti e Cina. L’elezione di Biden al posto di Trump modificherà lo scenario, ma non sappiamo di quanto e dobbiamo quindi attendere.

L’Italia viene accreditata di un piano buono e tempestivo sul 5G. Per “buono” si intende “al livello degli altri grandi Paesi dell’Unione”, quindi Francia e Germania. Per noi essere adeguati vorrebbe dire recuperare la distanza infrastrutturale, che sarebbe un eccellente salvacondotto per lo sviluppo immediatamente futuro.

Senza essere disfattista, per emettere giudizi attenderò che il servizio entri nel vivo: l’esperienza insegna che in Italia l’inaugurazione e il funzionamento a regime (e nel tempo) sono due cose estremamente diverse. La diffusione mondiale del 5G, mappata da nPerf, è consultabile a questo indirizzo e al momento parla da sola.

Gigabit internet e Recovery Fund

Il wireless si appoggerà certamente sulla rete fissa, almeno in molte situazioni anche se non sempre.
Anche in questo caso i tentennamenti della politica italiana, lacerata da interessi che distruggono anziché amplificare, stanno procrastinando all’inverosimile decisioni sagge, togliendo tempo alla pianificazione.

L’obiettivo in questo caso sembra essere la Gigabit internet, ovvero connessioni da 1 Gbit ovunque. Per ottenere questo risultato bisogna spingere con forza sulla fibra, rendendo la rete un bene comune degli operatori, e rigettando qualsiasi altra soluzione anche se questo comporterebbe delle discontinuità in compagnie medie e grandi.

Il Recovery Fund dovrebbe permetterci di finanziare il completamento della rete anche dove gli imprenditori, barcamenandosi tra sussidi e dissidi, n sono finora riusciti ad operare. Il RF, o meglio il più ampio NGEU (Next Generation EUrope), è però un piano pluriennale che per l’erogazione di fondi richiede il rispetto della programmazione sia in fase tecnica, sia governativa, di tutte le nazioni centrali.

Inoltre NGEU è di fatto nuovo debito pubblico che oggi porta liquidità ma via via diventerà un peso: se scelte ed implementazioni non porteranno fatturato in Europa e in Italia, questo nuovo peso ci bloccherà per sempre. Un qualsiasi errore ci relegherà per sempre nelle posizioni di fondo dell’economia mondiale.

Edge computing per lo smart metering

Il wireless poggerà sulla rete fissa. O forse no. Attraversare tutta la rete per scambiare dati ed elaborazioni con un server remoto è un approccio oggi inattuabile in una vastissima serie di circostanze. Servizi per eventi sportivi o musicali, erogati a decine di migliaia di persone devono offrire una latenza di 10-1 ms e quindi non possono passare per il cloud.

L’elaborazione necessaria deve quindi essere chiesta a server locali, secondo il paradigma dell’edge computing. I dati non vanno in cloud (almeno non subito) e la risposta è locale.

La governance dell’edge computing non sembra al centro dei progetti europei ed italiani. Lo è invece il cloud, dove l’approccio federativo Gaia-X sembra poterci mettere in competizione con i colossi statunitensi e cinesi, magari con un certo ritardo ed in cambio dell’adozione della sicurezza offerta dal Gdpr.

Data brokerage per il cittadino

In conclusione, il metering si aggiunge alle piattaforme digitali nella generazione di nuovi dati. Per tradizione questi dati vengono regalati al GAAF, come si chiamano le grandi piattaforme (Google, Amazon, Apple e Facebook). Questi dati hanno un enorme valore, ma non ce ne rendiamo conto. Questa tendenza potrebbe essere ribaltata da un uso corretto delle piattaforma di data brokerage, che potrebbero garantire la correttezza dell’impiego e al contempo monetizzare la concessione dei nostri dati in beni, servizi e denaro sia da parte delle aziende, sia da parte dello Stato: anche il cashback per spingere l’uso dei pagamenti elettronici è un recente esempio italiano di questo tipo.
Serve quindi una riflessione seria sull’uso dei dati. Chi comincia?


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