Economia: incentivi per le auto elettriche, aste e pedaggi

Ecco perché l’elettrico è davvero pulito e vincerà molto presto. Il punto di vista di Motus-e in una serie di articoli. Parte 3 di 5: Economia

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Si sente spesso dire che le auto elettriche viaggiano solo a “spinta pubblica”, cioè attraverso gli incentivi. Questa affermazione, però, a dir poco miope.

Il meccanismo degli incentivi, introdotto per supportare la vendita e la diffusione dei veicoli elettrici a una fetta di pubblico sempre più estesa, serve a colmare in parte il divario di costo tra un’auto tradizionale e il suo corrispondente elettrico, quasi interamente individuata nella batteria.

Spesa elettrici Governo e Singoli dal 2010 al 2017 (Dati IEA)
Spesa elettrici Governo e Singoli dal 2010 al 2017 (Dati IEA)

Il prezzo delle batterie ha visto un crollo dei prezzi dell’80% dal 2010 a oggi. È ragionevole pensare con le prossime diminuzioni di costo il prezzo totale per l’utente finale sarà competitivo con le altre tecnologie e verrà meno la necessità dell’incentivo.

Gli incentivi? Sono temporanei

Occorre poi fare chiarezza sul tipo di incentivo che viene introdotto, diretto o indiretto. Da un lato abbiamo gli incentivi diretti, il più delle volte sconti all’acquisto (l’IVA in Norvegia o un contributo in Gran Bretagna, Germania o Francia per esempio).

Dall’altro lato abbiamo gli incentivi indiretti quali accessi ad aree a traffico limitato, o a corsie preferenziali, o a parcheggi gratuiti: anche questi rappresentano un marker dell’agevolazione, sia in termini di interazione sociale, sia nel costo evitato.

Cosa avviene in Asia

Certamente l’Asia ha un approccio diverso e il caso cinese è molto significativo. In quel grande Paese, infatti, le auto non elettriche non sono immatricolate in modo classico: le targhe per veicoli endotermici sono messe all’asta! Tale costo va ovviamente aggiunto al costo complessivo dell’auto.

Nel dicembre 2017, nella città di Shenzhen, nel Guandong, si è raggiunto il picco di costo medio di una targa: 95.103 yuan ($14.525).

Il bonus-malus francese

In Francia, poi, vige il sistema del bonus-malus: chi inquina paga di più in proporzione alle emissioni del suo veicolo. In questo caso, l’incentivo per uno è disincentivo per l’altro.

La tesi secondo cui gli incentivi sarebbero l’unico motore di diffusione dei veicoli elettrici è smentita anche dai numeri. Nel grafico sopra si vede come l’aumento della spesa da parte del consumatore per l’acquisto di un’auto elettrica cresca più che proporzionalmente rispetto al contributo del governo. È dunque scorretto dire che il dato crollerebbe di fronte a una improvvisa cancellazione dell’incentivo statale.

AUTO ELETTRICA: ECCO PERCHÉ VINCERÀ MOLTO PRESTO

Il logo di Motus-E
Il logo di Motus-E

Qual è la situazione di mercato? Motus-E ha rilasciato un documento che chiarisce i punti principali, al netto di alcune recenti spiegazioni più o meno scientifiche che hanno trovato stampa favorevole. Ne abbiamo tratto cinque articoli.

1) Auto elettrica / Mobilità: multimodalità e vehicle to grid
2) Auto elettrica / Infrastruttura: contro la range anxiety
3) Auto elettrica / Economia: incentivi, aste e pedaggi
4) Auto elettrica / Tecnologia: assalto a Fort Knox
5) Auto elettrica / Belpaese: l’Italia è appetibile?


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