Anomalia scandinava o inizio di un’era? Andiamo a vedere il perché di questa partenza “col botto”
Sarà un picco momentaneo legato all’effetto novità del modello, saranno consegne che smaltiscono improvvisamente gli ordini accumulati in lista d’attesa, sarà una anomalia stagionale, sarà una stravaganza destinata a cessare, sta di fatto che nei primi 15 giorni di settembre la Tesla Model S ha fatto il botto: in quel periodo è risultata l’auto più venduta sul mercato auto della Norvegia.
Ricordiamo che per decisione di Elon Musk, fondatore e Ceo di Tesla, la Norvegia è il Paese europeo in cui sono iniziate le vendite della Model S. Ma non solo: sempre la Norvegia è il primo Paese europeo a veder nascere una rete di stazioni di ricarica Supercharger. Complessivamente la rete norvegese sarà composta da 6 stazioni, in grado di coprire completamente la porzione meridionale del Paese con il raggio d’autonomia della Model S dando la possibilità di ricaricare l’auto 20 volte più rapidamente che con colonnine standard. Il 90% della popolazione norvegese risiede entro 320 km dalla stazione più vicina.
La Norvegia è un mercato non soltanto caratterizzato da acquirenti di reddito particolarmente elevato (con il suo PIL pro capite – doppio di quello Usa e triplo di quello italiano – la Norvegia è ai primissimi posti al mondo e a seconda delle classifiche rivaleggia con Paesi anomali dal punto di vista fiscale, finanziario o petrolifero quali Lussemburgo, Qatar, Liechtenstein, Svizzera e Monaco) ma è anche simbolicamente molto importante per Tesla e per qualunque produttore di auto elettriche, in quanto i climi estremi sono spesso associati con prestazioni degradate o problemi di funzionamento. Fare bene su questo mercato aiuterà a dissipare i dubbi climatici dei potenziali acquirenti del ben più grande mercato tedesco, per esempio.
Ebbene la Model S, con 322 consegne nella prima metà del mese, ha intercettato da sola il 6.9% della domanda di auto in Norvegia, battendo perfino la Volkswagen Golf, seconda in classifica, di cui nello stesso periodo sono stati piazzati soltanto 256 esemplari.
E se al dato della Model S si somma il dato di un’altra elettrica, la Nissan Leaf, si vede che complessivamente le immatricolazioni di nuove auto elettriche in Norvegia hanno raggiunto addirittura una quota di mercato del 9.1%.
Certo a questo exploit non può essere estranea la particolarità fiscale del mercato norvegese, che gonfiando a dismisura i prezzi di carburante e vetture (ma detassando totalmente le elettriche, non solo per l’acquisto ma anche per parcheggi e pedaggi) può indubbiamente deformare le decisioni: una vettura della classe della Golf 1.4 costa in Norvegia intorno a 270mila corone (al cambio attuale circa 33mila euro!) mentre la benzina costa circa 1.7-1.9 euro al litro a seconda della regione (un prezzo che quasi solo a noi italiani può apparire normale..). Per contro, la Model S con batterie “top” da 85 kWh ha un prezzo a partire da 506mila corone, circa 64mila euro: meno del doppio della Golf 1.4 a prezzi locali. Il modello 60 kWh, poi, offerta a partire da 450mila corone, ha un prezzo ancora meno lontano da quello della Golf.
Il prezzo medio nazionale dell’energia elettrica in Norvegia è di circa 11 centesimi di euro per kWh. Poichè percorrere 500 km con la Model S richiede circa 90 kWh di energia elettrica, ciò implica un costo di circa 10 euro. Se si usasse un’efficiente auto termica da 20 km/litro, ai prezzi norvegesi occorrerebbero dagli 85 ai 95 euro di benzina. Il risparmio per chilometro percorso è enorme, anche se l’automobilista norvegese medio, per le caratteristiche geografiche del Paese e anche per la rete di servizi pubblici molto ben sviluppata, percorre meno strada di quelli di altri Paesi.
In definitiva, un ottimo exploit (e una mossa intelligente di marketing) per Tesla e indubbiamente un risultato di grande valore simbolico anche per l’auto elettrica in generale, che farà discutere e che potrà contribuire ad accelerare il cambiamento anche in altri Paesi, anche se Greenstart non si aspetta che la Model S resti in vetta alle vendite norvegesi per molti altri mesi, nè che negli altri mercati europei, più “normali” e oltretutto con industrie nazionali da difendere (e quindi con incentivi che saranno concessi dai rispettivi Governi in forme e tempi tali da tener conto dei loro interessi), la Model S possa ripetere lo stesso risultato.