Un tour di oltre 25.000 Km che ha toccato 17 Paesi europei a bordo di una Hyundai Kona Electric, per sensibilizzare sulle tematiche della mobilità elettrica e la conservazione degli oceani, messi in pericolo dall’acidificazione dell’acqua causata dall’aumento della CO2 in atmosfera. Questo il tema del Dan Europe Sustainable Tour, un viaggio fatto da Alana Alvarez e Manuel Bustelo, due subacquei, ambasciatori di Dan Europe, il network globale che lavora sulla sicurezza delle immersioni.
Il viaggio di Alana e Manu è stato organizzato come capofila dalla Fondazione Dan Europe, un grande investimento per comunicare che anche nelle immersioni è in atto una transizione ed è bene che sia il più sostenibile possibile. Per maggiori informazioni su Dan Europe e sugli sponsor che hanno permesso la realizzazione del Sustainable Tour, vi rimandiamo al blog che li ha seguiti tappa per tappa, mentre noi, riemersi dalla piscina più profonda d’Italia, vi invitiamo a guardare il video e seguirci nella storia che stiamo per raccontarvi.
Manu e Alana ci raccontano il Dan Europe Sustainable Tour, guarda il video
Il Sustainable Tour lo abbiamo scoperto perché invitati a un evento di Dan Europe nella piscina Y-40 di Montegrotto Terme, che con la sua altezza di 42,5 metri è la piscina più profonda in Italia, così abbiamo potuto così immergerci nelle sue acque termali, seguiti da un istruttore che ci ha spiegato le basi delle immersioni con bombole e da Manuel, che ci ha seguito sott’acqua.
La profondità massima a cui siamo arrivati è stata 12 metri e siamo riusciti ad apprezzare l’esperienza che una immersione con bombole può regalare. La tranquillità, la calma, il silenzio, tutte le sensazioni che si provano mentre si respira sotto l’acqua, sono paragonabili a quelle di quando si guida un’auto elettrica: nessun rumore del motore e vibrazioni, solo silenzio e suoni ambientali, e così ci si può godere appieno il viaggio.
Chi sono Manu e Alana e da dove è nata l’idea del Sustainable Tour
Manuel e Alana hanno messo assieme le loro abilità nel comunicare e raccontare le proprie esperienze con l’attività subacquea e hanno condiviso le attività ecosostenibili che varie aziende europee stanno sviluppando per evitare l’inquinamento ambientale. Una cosa che li accomuna è la passione per le immersioni e hanno visto con i loro occhi quello che si cela al di sotto dello strato superficiale sui fondali marini.
Una delle ragioni che ha spinto i due compagni a fare questo viaggio ci è stata spiegata da Alana durante la conferenza tramite un breve racconto. Lei avrebbe voluto fare immersione per andare a vedere la flora e fauna marina. Ma si rese conto che tutto quello che aveva pensato ci fosse, era sparito o in pericolo a causa dell’inquinamento ambientale. Dopo questa brutta esperienza era di fronte ad un bivio: far finta di nulla o tentare di risolvere e raccontare la sua esperienza.
Si può ben intuire che Alana ha scelto di non ignorare e chiudere gli occhi, ed è per questo che assieme a Manuel hanno ideato e percorso il Sustainable Tour.
La ricarica veloce è necessaria per i lunghi viaggi
Manu e Alana hanno fatto il loro viaggio sfruttando i punti di ricarica Ionity, la rete superfast che si sta espandendo in Europa, presente anche in Italia, nata da una joint venture tra Bmw, Daimler, Ford, Hyundai e Volkswagen. Un network importante per affrontare viaggi lunghi con le auto elettriche, visto che le colonnine arrivano ad erogare fino a 350 kW (potenza simile ai Supercharger di Tesla), per le auto che le sanno supportare. La Hyundai Kona arriva a sfruttare fino a 100 kW, il che consente una ricarica rapida fino all’80% della capacità della batteria in poco tempo.
Le stazioni di ricarica Ionity hanno anche il pregio di essere alimentate da energia 100% rinnovabile, un plus del viaggio ecosostenibile di Manu e Alana, che mette a tacere molti detrattori che puntano sulla produzione di energia elettrica, che può derivare da fonti fossili, per sminuire il radicale cambiamento che la mobilità elettrica è in grado di apportare.
Dalla strada al mare, il ruolo delle barche elettriche
Nel loro viaggio, specialmente nel Nord Europa in Norvegia, Manu e Alana hanno avuto l’occasione di vedere delle barche elettriche. Le barche, ma soprattutto le grandi navi, sono tra le più grandi fonti di inquinamento al mondo. Generalmente sono dotate di motori a 2 tempi, che a differenza dei 4 tempi, oltre che bruciare il carburante, bruciano pure olio, generando dei gas altamente tossici. Tutti questi gas di scarico entrano a diretto contatto con l’acqua, favorendo l’acidificazione dei mari. Manuel ci ricorda che spesso, questi motori a 2 tempi, hanno anche delle perdite di olio, che si riversano negli oceani.
Le barche elettriche potrebbero essere la svolta, come sta già succedendo per le navi. Manuel ci ha raccontato che queste barche possono essere noleggiate per brevi o lunghi periodi. Per ricaricarle ci sono delle colonnine sulla terraferma o direttamente installate su delle piattaforme galleggianti in acqua. La vera rivoluzione però potrebbero essere barche con i pannelli solari, che sfruttando l’energia del Sole possono muoversi senza doversi ricaricare dalla terraferma.
“A 3,5 nodi – dice Manuel -, tra le 11:00 e 12:00 se è soleggiato, il motore della barca non consuma energia dalla batteria, usa solo il pannello solare, e questo è solo l’inizio“. E per il futuro, ci si potrà aspettare solo il meglio.
Beyonder al lavoro sulle batterie alla “segatura”
Nella tappa in Norvegia, i due ambasciatori sono entrati in contatto con Beyonder, un’azienda al lavoro su un progetto innovativo di batterie. Tramite una lavorazione della segatura, prodotto di scarto delle industrie forestali, viene realizzata una batteria che combina i pregi delle litio con i super condensatori. Beyonder dichiara che queste batterie siano più efficienti ed economiche da usare come storage di energia, integrandole come accumulo nelle colonnine elettriche oppure direttamente nei sistemi di alimentazione per barche elettriche.
In ogni caso, approfondiremo questo argomento in un altro articolo in futuro, per analizzarlo più in dettaglio.
L’ecosotenibilità negli interni della serie Ioniq di Hyundai
La casa automobilistica sud coreana che ha messo a disposizione la Kona electric utilizzata nel tour, non si è solo limitata a produrre un veicolo elettrico a 0 emissioni, ma si è impegnata anche ad utilizzare materiali ecosostenibili. Gli interni della nuova Hyundai Ioniq 5, che abbiamo provato in anteprima qui, come i sedili, i rivestimenti, la moquette sono realizzati da componenti come estratti dal mais e dalle canna da zucchero. La stessa tinta della pelle è anche questa di origine vegetale. I tappetini invece sono prodotti in Econyl, un materiale in nylon che deriva da un processo di economia circolare che permette di recuperare il nylon delle reti da pesca dismesse e abbandonate nei mari.
Se si volesse calcolare la quantità di materiale riciclato/sostenibile che ogni Ioniq 5 ha al suo interno, possiamo scoprire che è composta da 32 bottiglie riciclate, 730 grammi tra estratti di canne da zucchero e mais, 249 grammi di cotone e 200 grammi di olio di semi di lino.
Nel frattempo, tramite il blog del Sustainable Tour ci spoilerano che anche le future Ioniq 6 e Ioniq 7 avranno come concetto centrale l’ecosostenibilità… non avevamo dubbi e non vediamo l’ora di provarle.