Che le batterie siano un componente fondamentale per l’elettrificazione progressiva dei trasporti è un dato di fatto. Che la Gigafactory di Tesla sia la fabbrica più grande al mondo in cui si produrranno, anche, lo abbiamo ripetuto più volte.
Ma se la partita si gioca tra multinazionali americane e orientali, come siamo posizionati nel Vecchio Continente in quanto a fabbriche e capacità produttiva? Proviamo a far luce sugli investimenti che alcune società stanno facendo in Europa, senza stupirci più di tanto che l’Italia, anche per scelte politiche e lobbistiche nel campo della mobilità elettrica, è davvero ai margini di questa rivoluzione.
Tutti interessati ad avere sul proprio territorio la Gigafactory europea
Non passano settimane che i principali paesi europei tornino a parlare della possibilità di ospitare sul proprio territorio la versione europea della Gigafactory, che nei piani della società di Elon Musk servirà a supportare la produzione locale e l’incremento della richiesta che ci sarà con l’avvento della Model 3, attesa in Europa dal 2018.
Tre sono i paesi maggiori indiziati Spagna, Francia e Olanda, ma altri più ad est si sono fatti subito sotto, è il caso dell’Ungheria.
Renault in Francia usa il suo impianto di Flins per assemblare celle, che arrivano da LG Chem e componenti per le batterie dei propri veicoli elettrici (come quelle usate sulla Zoe ZE 40) ma, in alleanza con Nissan, ha due altri impianti, in Gran Bretagna e in Portogallo in cui vengono prodotte batterie al litio.
LG Chem dal canto suo ha annunciato di voler aprire una fabbrica a Wroclaw, nel sud ovest della Polonia per superare i costi logistici nella distribuzione di batterie per i produttori europei. Con questo impianto, il gruppo sudcoreano sarà in grado di raggiungere una capacità annuale di 280mila batterie per i veicoli elettrici.
Tra i maggiori produttori di batterie possiamo citare A123, azienda statunitense passata in mani cinesi, che ha aperto un impianto a Ostrava in Repubblica Ceca inaugurato lo scorso marzo e che sarà focalizzato su batterie a basso voltaggio molto richieste in una fascia di segmento importante come quella delle auto con sistema micro ibrido.
Batterie per auto elettriche: le grandi manovre dei produttori automobilistici tedeschi
Ma la strategia di Tesla, di costruire una megafabbrica per le batterie, potrebbe essere presto seguita dai grandi gruppi automobilistici, in particolare quelli tedeschi, che con piani a medio termine stanno preparandosi per l’elettrificazione della gamma, ma non tralasciano il potenziale del mercato dell’accumulo domestico e aziendale.
Volkswagen per esempio, che attualmente utilizza batterie Panasonic nella gamma di auto elettriche del gruppo, ha dichiarato più volte che è pronta per investire in un impianto di batterie in Europa, studiando anche tecnologie migliori. Nei piani del colosso di Wolfsburg, che taglierà entro il 2025 circa 30.000 posti di lavoro, c’è la costruzione di un impianto che possa dare lavoro a 9.000 nuovi dipendenti e che fornisca le batterie per la piattaforma MEB, che sarà adottata da almeno 30 auto entro il 2025.
L’Ungheria, che vorrebbe ospitare la Gigafactory europea, è anche il territorio in cui sorgerà l’impianto europeo di Samsung Sdi probabilmente con un accordo con il gruppo Bmw, che già utilizza i pacchi di batterie al litio del produttore coreano per le proprie i3 e i8.
Mercedes dal canto suo ha investito quasi mezzo miliardo di euro per ampliare l’impianto di Kamenz in Germania, aumentando così la capacità produttiva della divisione Daimler Accumotive, nata nel 2009 con lo scopo di produrre componentistica per auto ibride ed elettriche del gruppo e che sta progressivamente ampliando il suo business anche sulle batterie ad accumulo per case e aziende.